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"Mentre lo scorpione della favola di Esopo può giustificare il fatto di pungere la rana che sta traghettandolo sulla propria schiena dicendo "è la mia natura", nessun umano potrà mai fare nulla di simile. Il gesto dello scorpione è irricevibile sia perché è moralmente deplorevole (ammazzare la rana non è un bel modo per ricambiarne la generosità) sia perché è economicamente folle, trattandosi di una scelta in cui entrambi perderanno la vita. Essere umani non necessariamente significa chiedere a Dio "rimetti a noi i nostri debiti così come noi li rimettiamo ai nostri debitori" (una preghiera, la sola attribuita a Cristo, in cui la grazia divina è chiamata a prendere modello dai rapporti tra debitori e creditori); né richiede per forza di cose che il modello essenziale della giustizia consista in un concordato fiscale tra ciò che si deve a Cesare e ciò che si deve a Dio. Queste saranno magari delle peculiarità del cristianesimo. Resta che abbiamo irrefutabili testimonianze del fatto che all'inizio non era il Verbo come parola, ma il Logos come rapporto, come relazione di equivalenza, e in particolare come debito e credito." (dall'intervento di Maurizio Ferraris)